Mi chiamo Antonella Iannoccaro e sono tra le ideatrici di questo progetto associativo. Fin da bambina ho sempre avuto occhi per vedere tutte quelle forme di discriminazioni silenti di cui le donne sono vittime. Quando ero più giovane ciò mi faceva provare tanta rabbia, non riuscivo a capire per quale ragione alle donne fossero precluse una serie di possibilità e di come fosse chiesto di sovente di arrivare a scegliere tra maternità e lavoro. I diritti sulla carta esistono, ma i cambiamenti più importanti da attuare sono quelli a livello culturale, è necessario ripensare alla donna e liberarla da tutti quegli stereotipi che la vedono come “la regina del focolare”. Oggi sappiamo che la violenza di genere è un problema che riguarda tutte le società, non ha confini, non conosce razze, etnie, titolo di studio, pervade la nostra società ed è una negazione dei diritti umani. Questa associazione di cui sono presidente vuole operare affinché, attraverso un costante lavoro di sensibilizzazione possiamo con il contributo di tutti noi creare una società più giusta in cui i diritti possono essere finalmente tutelati e rispettati non solo sulla carta, ma di fatto.
In conclusione potrei aggiungere che la mia è una formazione di tipo umanistico. Mi sono laureata in sociologia nel 2005 all’ università di Salerno, ma sono voluta tornare qui in Calabria perché ho sempre sentito forte un grande senso di responsabilità verso la mia terra ed ho fatto mie le parole di Gandhi: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. L’ esperienza associativa mi ha ricordato quanto sia importante la formazione continua, così ho conseguito recentemente un master in coaching e da ultimo la laurea magistrale in psicologia con la tesi in psicologia della salute: “Violenza di genere, donne e ‘ndrangheta”.
Quello di qualificarsi è per noi un atto dovuto perché crediamo che non ci si può porre in una relazione d’aiuto senza aver acquisito la dovuta formazione e le dovute competenze.
Tutte noi del consiglio direttivo, infatti, abbiamo recentemente seguito il corso come operatrici antiviolenza.